mercoledì 25 dicembre 2013

Un infernale paradiso beneventano


Palazzo Paolo V, Benevento. I lavori di imbiancatura della sala espositiva.
© Angelo Orsillo/Accademia di fotografia Julia Margaret Cameron.
La fotografia in Italia non è trattata con la dovuta considerazione!
Vero.
Nel nostro Paese non si fa mai una mostra curata in modo decente!
Falso.
Lo so sembra una tesi difficile da sostenere, soprattutto quando ci si confronta con l'offerta di enti e istituzioni ai massimi livelli, che troppo spesso riesce a essere solo l'ennesimo elogio all'incompetenza. Eppure eccezioni ce ne sono, anche se bisogna andarsele a cercare dove meno te le aspetteresti. In questo 2013 che volge al termine mi è capitato di vedere qualcosa di molto buono a Bologna, dove è stato fatto uno sforzo davvero notevole per offrire alla città una serie di mostre ben organizzate e ad alto livello. Ma dietro c'era lo zampino, tutt'altro che occultato, di Arles e della sua provata organizzazione.
Ma ci sono anche piccole realtà, in luoghi troppo spesso dimenticati dai grandi giri della cultura italiana, in cui avvengono dei piccoli miracoli.
Palazzo Paolo V, Benevento. Si sballano le fotografie per ultimare l'allestimento. 
© Angelo Orsillo/Accademia di fotografia Julia Margaret Cameron.
Un paio di giorni fa ero a Benevento per la mostra Inferno: tra mito e realtà. Quando sono arrivato in città, il giorno precedente all'inaugurazione, ho notato subito un certo nervosismo all'interno dell'organizzazione. L'Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento aveva infatti concesso l'utilizzo delle sale di Palazzo Paolo V, magnifico edificio in corso Garibaldi nel pieno centro del capoluogo sannita, ma il problema erano le condizioni in cui le mura erano state lasciate da chi ne aveva usufruito precedentemente. Buchi sui muri, pezzi di nastro adesivo, macchie varie e sporcizie assortite: uno spettacolo indecoroso per una mostra di qualità. Ora potete facilmente immaginare come scoprire tutto questo ad appena un giorno dall'inaugurazione possa essere una sorpresa in grado di abbattere il più tosto degli allestitori e il più incallito dei curatori. 

Accademia di fotografia Julia Margaret Cameron, Benevento. Sandro Iovine (a sinistra) e Antonio Manta
(a destra) selezionano
, tra quelle realizzate durante il workshop tenuto dallo stesso Manta, 
le immagini da trasformare in Polaoro, incorniciare ed esporre. 
© Angelo Orsillo/Accademia di fotografia Julia Margaret Cameron.
A Benevento però è prevalso l'antico orgoglio sannita. L'organizzazione a cura dell'Accademia di Fotografia Julia Margaret Cameron, fondata e diretta da Angelo Orsillo, ha risolto tutto andando a comprare vernice, secchi, rulli e tute e mettendo i suoi soci al lavoro per ripristinare le pareti della sala. Risultato? La mattina successiva tutto aveva preso l'aspetto degno della funzione che avrebbe dovuto esercitare. Certo, c'erano ancora da montare quasi novanta stampe di formati assortiti, dalle Polaroid prodotte durante il workshop condotto da Antonio Manta alle gigantesche stampe di Davide Conti. Ovviamente con meno di mezza giornata a disposizione... In tutta sincerità vedendo la situazione all'alba del 21 dicembre, giorno dell'inaugurazione, io per primo ho valutato l'impresa abbastanza disperata. In Accademia tra l'altro dovevano ancora essere selezionate le trenta immagini Polaroid da portare in mostra. Non solo, perché queste dovevano essere anche aperte una per una e trasformate in Polaoro prima di essere incorniciate.

Palazzo Paolo V, Benevento. Un momento dell'inaugurazione della mostra Inferno: tra mito e realtà.
Da sinistra Angelo Orsillo, Ilaria Rossi, Fabiana Peluso e Sandro Iovine. 
© Luca Adame Lombardi.
Eppure la calma regnava sovrana, a onta della milanesissima frenesia che stava assalendo il sottoscritto (quindici anni tra le nebbie segnano chiunque... mi perdonino, se possono, i miei concittadini). Eppure il miracolo è avvenuto. La sera alle 17 si è inaugurata la mostra e tutto era a posto per accogliere la gran folla venuta a visitare la mostra. Nel fare i miei più convinti complimenti a tutta l'organizzazione per aver saputo risolvere tutti i problemi, compreso il rifacimento di parte dell'impianto elettrico preposto all'illuminazione da parte di un ineffabile Vincenzo Cillo, mi permetto di rendere un particolare omaggio al lavoro di Italo Di Iasio che da solo e in appena tre ore e qualcosa ha montato l'intera mostra (poco meno di novanta fotografie di vari formati e con disposizioni condizionate dalla tipologia delle immagini... non dimentichiamolo...). 

Palazzo Paolo V, Benevento. L'allestimento è terminato e si può inaugurare. 
© Antonio Caporaso.
Per concludere quella di Benevento è stata un'esperienza esaltante sotto il punto di vista dell'efficienza, con buona pace dei sostenitori della superiorità del nord in questo campo, arricchita anche dalla indubbia qualità delle opere esposte. Ottimo il lavoro prodotto dall'Accademia con le Polaroid fatte utilizzare da Antonio Manta per recuperare la sensibilità alle emozioni estemporanee nel racconto della città. Inutile sottolineare la qualità di 19mq d'inferno dello stesso Manta, un lavoro che già è stato possibile apprezzare numerose volte. Di grande rilievo anche il lavoro di Paolo Pagni che ha affrontato una riflessione profonda e a più livelli sul medium manipolando le polaroid e poi stampando al platino-palladio le acquisizioni delle stesse. Un discorso che meriterebbe altri spazi di riflessione teorica che non escludo di concedermi in futuro. Infine un cenno alle straordinarie immagini di Davide Conti che, partendo da un approfondito studio sulle storia dell'arte, ha attualizzato in fotografia le tematiche classiche della rappresentazione occidentale. Un altro lavoro che meriterebbe ben altri spazi di trattazione per poter essere apprezzato nella sua complessità. 
Non penso che questa mostra cambierà la storia della fotografia ovviamente, ma una volta tanto posso dirmi contento di aver avuto un piccola, grande, bella storia di passione e fotografia di quelle che fan bene sotto Natale. 
A proposito auguri a tutti!




La mostra

Inferno: tra mito e realtà 
Accademia Julia Margaret Cameron 
Davide Conti 
Antonio Manta 
Paolo Pagni
21 dicembre 2013 - 8 gennaio 2014
Palazzo Paolo V
Corso Garibaldi - Benevento


Inferno: tra mito e realtà 


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3 commenti:

Luigi De Zotti ha detto...

Hai ragione Sandro, aggiungerei che oltre alla poca considerazione, si è aggiunta ultimamente una tendenziosa faciloneria nel modo di divulgare e di conseguenza nel recepire la fotografia, a danno di chi si prodiga con etica, dovizia ed umiltà. Non aggiungo altro, altrimenti mi prolungherei ad oltranza e non vorrei togliere a questo mio post il dovuto spazio ai sincerei complimenti per quanto e come da voi realizzato.

Unknown ha detto...

Strano commento!
Eppure chi è nato in Italia (Jus sanguinis, Jus soli?) sa a mena dito che l'anomalia italiana è nel Dna. Siché l'odio feroce degli altri, ancor prima che gli italioti, è proprio questo che (s'immaginano) colpito l'italiano questo "deve" morire. Invece è lì, in quell'estrema ratio che viene fuori l'impossibile per tutti ma non per gli Italiani.
Insomma gente che ha creato il mondo (e la lingua inglese in primis) vuoi che si spaventi? Infatti, no.|
E poi a scuola dicono i testi furono o no i "Sanniti" a far passare almeno una volta i romani sotto il giogo? Ah, i milanesi una volta ancora non esistevano e che bello! Ma è altra storia.
Un Paese in svendita grazie al mainstream, e del paraculismo, e qui si parla di fotografia per circoscrivere, ecco, di "riviste" nientemeno di fotografia e loro accoliti scribacchini prezzolati è la cifra, in ogni accezione. Poi ognuno di suo ci mette il proprio, ma. Ma a parte il Dna di cui sopra si fa fatica a stare dietro maitresse cazzi moschi salottieri (Milano da bere docet!). Anche perché nella meneghina "capitale" (dove si spara più che a Palermo, e ci siamo intesi) è da poco che dismesse le parrucche impidocchiate e di dotte disquisizioni sulla "fotografia" e contr'ordine compagni! La grana è grana et voilà Mia: nientemeno mostra dedicata alla vendita della fottografia. La doppia è per chi capisce.|Insomma un Paesello italiota tutt'intero dove Stampa&Regime (qui fottografica) fa e disfa e poi canta pure messa! Troppa grazia, Sant'Antonio!
Michele Annunziata fotografo per volontà di Iddio e della Nazione (regnante Giorgio I° napulitane, 'O Presidnte de Repubbliche, aè)

Salatore Alagna ha detto...

Complimenti! non ci sono parole.